Hanno sul volto l'espressione dello sforzo. I corpi sono magri, segnati. Un vero elogio della fatica la scultura che Vincenzo Chiazza ha voluto donare al suo paese d'origine, Cianciana di Agrigento.
Spiega l'artista: "Chiuse negli anni'50, le miniere di zolfo erano la risorsa  di quell' angolo di Sicilia nonostante le condizioni di sicurezza precarie fossero causa di incidenti mortali".
Il gruppo scultoreo realizzato da Chiazza verrà sistemato il 13 agosto - quando Cianciana si ripopola di emigrati - alla Villa Comunale che verrà "alleggerita" della grata di ferro che la circonda attualmente.
"Questo lavoro mi riempie d'orgoglio, so che i miei concittadini lo apprezzano mentre mi sarei aspettato una maggiore collaborazione da parte della pubblica, amministrazione precedente e attuale, trattandosi di un'opera che coinvolge l'intera comunità".
E continua: "Non è facile esprimere quel che provo per aver realizzato nella mia terra quest'opera. Lavorando alle figure dei minatori sono tornato indietro nel tempo: da ragazzo, infatti, andavo all' imbocco della zolfatara per raccogliere la creta per le mie piccole creazioni. Da anni vivo e lavoro a Torino ma non potevo non pensare al mio paese d'origine, alla mia gente. Oggi che i tempi cambiano velocemente mi sembra giusto aver dedicato un' opera a quei lavoratori che ogni giorno rischiavano la vita".
Una scultura classica nata, dalle abili mani di Chiazza che, dopo l'iniziale vicinanza a uno scultore come Francesco Messina, ha deciso di puntare all'arte contemporanea.
Con un tocco di surreale: "La mia formazione è sicuramente classica ma quando dalla Sicilia mi trasferii a Torino, molti critici mi suggerirono di virare verso il contemporaneo. Nel caso della statua di Cianciana sono tornato al primo amore. Questo ritorno al passato non mi è stato difficile: ho messo insieme quattro personaggi, dall'operaio semplice al picconiere al "carúso" al minatore "fermato" durante la pausa del pranzo, mentre la montagna capovolta che nasconde la miniera vuole essere un richiamo a una Sicilia all'incontrario dalla quale viene fuori una figura alata, surreale, quasi a proteggere ciò che sta sotto. Ha posato per me un bambino di Cianciana, figlio di un amico d'infanzia, mentre alla realizzazione della montagna da me progettata, ha collaborato un marmista locale".
E ancora una volta Chiazza regala attimi di passione, pensieri, memorie, incontri. E forme. In una dolorosa armonia.

Antonella Filippi

Vincenzo Chiazza