Vincenzo Chiazza nasce a Cianciana di Agrigento nel 1944 e si diploma all'Istituto d'arte di Sciacca. Emigra giovanissimo a Torino e si concentra nella pittura - sarà un brevissimo periodo - sull'onda dell'amicizia che lo lega al gruppo dei pittori che fanno capo al maestro Micheletti. Ma ben presto Chiazza è attratto dalla scultura e inizia a modellare ritratti; l'incontro con Francesco Messina e Floriano Bodini servirà ancora di più a proiettare il giovane nel mondo della forma a affrontata nel segno del classicismo con presenze pubbliche in mostre personali e inviti a collettive. Ricordiamo di quel periodo un  bel "Nudo" del 1973, "Riposo di Ballerina" del 1980 e "Maternità" del 1985. Poi Chiazza sente il richiamo dell'essenzializzazione per una personale interpretazione del soggetto sulla suggestione di Martini e Moore. Qualche tempo di riflessione e impiego rinnovato e poi l'esame per la critica e per la gente nella rassegna del febbraio del 1990 alla Promotrice di Torino con la presentazione di Marco Rosci. Il risultato fu confortante e Chiazza è andato ancora più liberamente verso i traguardi mentali che diventano, sotto le abili mani o opere di chiaro intento simbolista e surreale.   
Chiazza vede i soggetti attraverso un velo spirituale, li "denuda" e li colloca nello spazio temporale come piccoli monumenti all'umanità.
Ci sono ancora ballerine e nudi, amplessi di affetto e maternità, figure mitologiche e altre terrene di pura forza (come "il lottatore"), in una concretizzazione che passa attraverso il crogiolo della ricerca e dell'intuito.

Gigi Sandrone

Vincenzo Chiazza