Nei suoi personaggi non emerge soltanto la plasticità della figura, ispirata ai modelli classici, ma i sentimenti che trovano la loro sede nel profondo, lo stato d'animo.. è tuttavia la persona umana nel suo binomio spirito-corpo, che lo interessa in modo particolare.
Non c'è quindi da meravigliarsi se Vincenzo Chiazza, seguendo l'esempio dei maestri, ed in particolare di Francesco Messina, suo conterraneo, abbia, in un primo tempo, rivolto anch'egli la sua attenzione alle Grazie a Venere, a Pomona e agli altri personaggi del mondo mitologico; e non meraviglia affatto la sua predilezione per il ritratto appunto perché dei e dee, silfidi e satiri, non sono altro che uomini o donne, naturalmente con caratteristiche particolari, anche sotto l'aspetto formale.
Si direbbe quindi che, per mano di Vincenzo Chiazza, nasca una nuova mitologia, non  nel senso che si voglia di una fanciulla, di una donna, una delle Grazie o Venere stessa, ma in quanto la bellezza, la perfezione, la limpidezza dei pensieri attingono al divino e proprio per questa scintilla divina che le anima, che l'esalta, anche nella sostanza queste creature sono simili alla divinità.

Aldo Spinardi

Vincenzo Chiazza